SPORT ESTREMI CHE PASSIONE!

Cosa spinge alcune persone a rischiare la propria vita per un brivido fugace e scegliere la pratica di sport pericolosi, talvolta definiti “ESTREMI”?

Per capirlo è necessario fare un passo indietro e capire cosa c’è alla base di tale scelta.E’ ormai condivisa l’idea che nelle motivazioni alla base della propensione per una data attività sportiva, oltre a fattori biologici e culturali, sottendano bisogni di natura psicologica.

Quali sono dunque i bisogni che possono trovare appagamento attraverso l’attività agonistica?

5645378_sCertamente ricopre un ruolo fondamentale il desiderio di affermare la propria dominanza e superiorità nei confronti dell’avversario o delle forze della natura, accompagnato da un forte desiderio di vittoria e di successo. Ma anche spinta alla autorealizzazione e desiderio di conoscenza di sé e dei propri limiti, sperimentando la propria capacità di resistere allo sforzo e alla fatica, senza dimenticare il bisogno di socializzazione e affiliazione e il desiderio di sperimentare situazioni di cooperazione. Narcisismo ed esibizionismo possono poi giocare una parte importante, soprattutto dove la forma corporea ed l’eleganza sono componenti della prestazione.

Se lo sport in genere viene definito da Roger Caillois, noto sociologo francese, come un tipo particolare di gioco in cui accanto alla componente ludica esiste una forte presenza di AGON, cioè di spinta alla competizione e al dominio dell’avversario, gli SPORT ESTREMI presentano anche quella che si chiama ILYNX, la vertigine, oltre all’ALEA, cioè all’incertezza del risultato.

Le ragioni per cui vengono predilette queste attività ad alto rischio possono essere differenti e trovare origine molto lontano.

Ferdinando Dogana, esperto di psicologia della personalità, associa le personalità caratterizzate da coraggio e sprezzo del pericolo a reazioni compensatorie o meccanismi di difesa volti ad esorcizzare ancestrali paure infantili, come per esempio il vuoto, l’altezza, il buio o cadere.
In alcuni casi si può addirittura riscontrare anche una componente di vissuto di onnipotenza e scarsa valutazione della realtà o in altri casi può essere determinante un sentimento di insoddisfazione esistenziale che spiega la ricerca di continui stimoli ed eccitazioni.

Per alcune persone un ruolo centrale nella tendenza a ricercare forti sensazioni è ricoperto dalla NOIA o meglio dal suo evitamento, intesa proprio come sentimento negativo prodotto da un ambiante monotono, come è stato evidenziato da Marvin Zuckerman, psicologo americano che ha studiato a fondo questo tratto di personalità.

Più recenti studi psicologici dimostrano che i soggetti che praticano sport estremi hanno fisiologicamente bisogno di una costante varietà di stimoli e di intensità molto elevata per poter raggiungere il proprio livello di attivazione ottimale, cioè la situazione in cui si sentono meglio e rendono al massimo delle proprie potenzialità. In una parola il FLOW!

A cura della Dott.ssa Stefania Ortensi, Psicologa dello Sport
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